Unilab Svoltastudenti e Confederazione degli Studenti si sono rivolti ai membri della Commissione Europea per fare il punto sul Programma Erasmus+ in concomitanza della Brexit
Lo scorso anno si è materializzata la Brexit: gli effetti dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea non hanno creato sconvolgimenti politici e di mobilità di merci e persone con il ritiro dagli accordi di Schengen. Tuttavia, una ripercussione enorme c’è stata sull‘Erasmus, che non vedrà più la Gran Bretagna come meta del programma di studio all’estero.
A tal proposito, nel gennaio 2021, Unilab Svoltastudenti (network associativo di cui UnInFormazione è parte integrante) e Confederazione degli Studenti hanno inviato una lettera alle istituzioni europee e italiane. Dalle risposte pervenute dalla Commissione Europea, dal Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e l’ex Ministro di Università e Ricerca Gaetano Manfredi è emerso che, a livello nazionale, ben poco può essere fatto per risolvere il problema, pur non escludendo possibilità di studio nel Regno Unito. Sul piano europeo, invece, è stato spiegato che l’Erasmus era previsto negli accordi per la Brexit ma che è stata Londra a porsi fuori dal programma. Detto questo, inoltre, è stato precisato che paesi terzi possono partecipare ai programmi europei, sperando dunque che in un secondo momento possano riaderire all’Erasums+.
Se il “Turing Scheme” è stato rilanciato quale alternativa al suo predecessore, tuttavia in ballo vi è il rischio di colpire o addirittura annichilire l’esperienza di contaminazione e scambio che per generazioni ha permesso la crescita e la prosperità delle comuni radici culturali di tanti studenti del Vecchio continente.